Domanda:
Che festività è?
2006-10-06 08:17:18 UTC
Scusate ma scorrendo le liste di Anwer ho visto la parola Kwanzaa, nell'elenco festività. Voi sapete di che si tratta? E' una festa religiosa? Di quale culto? In cosa consiste?
Quattro risposte:
hathor
2006-10-06 08:20:36 UTC
eccoti la spiegazione:



Ha solo trentasette anni e già lo festeggiano migliaia di persone in tutti gli Stati Uniti.



È il Kwanzaa, ricorrenza celebrata all’interno della comunità afro americana durante la settimana che inizia il 26 dicembre e culmina il primo giorno di gennaio.



Festa di purificazione e di riaffermazione del legame con l’Africa, il Kwanzaa è stato letteralmente inventato da Dr. Maulana Karenga, curioso personaggio con l’anima dell’intellettuale e il fisico del pugile. Il dottor Karenga, a dispetto delle apparenze, è professore presso il Department of Black Studies della California State University e membro dell’ Us, l’associazione culturale che, dagli anni ’60, promuove gli studi di cultura africana. Nel 1966 ha “creato” la festa, rifacendosi, sin dal nome, alla cultura africana: in lingua Kiswahili, infatti, Kwanzaa significa “frutti del raccolto”. L’esperimento, unico nel genere, è riuscito perfettamente e, soprattutto grazie al tam tam in Internet, ha ottenuto un consenso di proporzioni impreviste.



Gli africani della “diaspora” che festeggiano la ricorrenza sono, oramai, numerosissimi. Qualche anno fa, furono un piccolo caso politico gli auguri di “buon kwanzaa” fatti da Bill Clinton, allora presidente, in diretta tv. Sono molti, infatti, gli statunitensi che considerano la festa anticristiana.
2006-10-06 08:49:45 UTC
Kwanzaa

La festa dei primi frutti



Il 26 dicembre di ogni anno per il popolo africano e afroamericano cominciano sette giorni di festeggiamenti e questo periodo, che si conclude il 1° gennaio, viene chiamato Kwanzaa. L’origine di questo nome è molto singolare. Esso deriva da una frase in lingua swahili, matunda ya kwanza, che significa “primi frutti”. Perchè allora il nome Kwanzaa? L’ultima a nasce da una curiosa necessità: un tempo ci furono sette bambini che desideravano tutti rappresentare una delle lettere componenti la parola kwanza… ma le lettere erano solo sei. Si decise pertanto di aggiungere una seconda lettera a alla fine della parola, per rappresentare al meglio l’insieme di valori e di tradizioni che legano i popoli figli del grande continente africano.

Il Kwanzaa è una festa di forte impatto culturale per il popolo africano, per quello che discende dai primi schiavi neri tratti nelle colonie americane, ma più in generale per tutti gli africani di ogni parte del mondo. La valenza spirituale di questa festa si palesa nei Sette Principi, in lingua swahili Nguzo Saba: unità (umoja), autodeterminazione (kujichagulia), lavoro e responsabilizzazione collettiva (ujima), cooperazione per lo sviluppo economico (ujamaa), scopo (nia), creatività (kuumba) e fede (imani). Sette lettere, sette principi e sette i giorni di celebrazione di questa festa. Si tratta di una festa già presente nel continente africano, una Festa dei Primi Frutti viene infatti celebrata presso i paesi sudafricani. Ma l’intento del Kwanzaa è quello di unificare e affratellare i popoli e le etnie attraverso i valori della comunità, della famiglia, della cultura africana. I popoli dell’Africa, specie i ceppi presenti nel continente americano, sentono molto il valore delle roots, le radici culturali che li legano indissolubilmente alla terra d’origine. La festa del Kwanzaa rafforza la consapevolezza di queste origini attraverso una riflessione e un percorso spirituale che si snoda attraverso momenti e celebrazioni molto intense. I creatori di questa solennità sono giustamente molto gelosi del significato di questi festeggiamenti. Il Kwanzaa esprime un messaggio universale, di pace e di fratellanza e si tratta di una festa che deve essere condivisa con le comunità africane di tutto il mondo, ma evitando pericolose e ingiuste commistioni. Uno dei rischi più insidiosi è quello rappresentato dalla vicinanza del Natale cristiano, festa con cui il Kwanzaa non ha alcun collegamento. Esso nasce infatti per affermare i valori e i contenuti dei Nguzo Saba, il cui significato culturale ha radici estranee alla cultura cristiana e questo significato non va stravolto ma preservato, valorizzato e rispettato nella sua integrità.

La cosa che maggiormente colpisce del Kwanzaa è che, a differenza delle feste della tradizione occidentale, esso rifiuta ogni tentativo di commercializzazione. Si tratta di una festa libera di uomini liberi, il cui unico scopo di lucro si lega all’obiettivo di creare un fattivo sviluppo economico per i popoli africani senza dannosi lacci commerciali. Bisogna infatti sottolineare che il Kwanzaa è soprattutto una festa spirituale, con simboli ben precisi, che costituiscono uno dei significati più importanti di questa ricorrenza. Questi simboli sono sette: il mazao, cioè il raccolto, simbolo del lavoro collettivo e dell’impegno comunitario; il mkeka, la stuoia, simbolo della tradizione; il kinara, cioè il candelabro, che simboleggia le radici culturali dei popoli africani, a cui si aggiungono le sette candele, mishumaa saba, che rappresentano rispettivamente i sette principi o Nguzo Saba; il muhindi, cioè il chicco di grano, che significa i bambini, quindi il futuro del continente africano; il kikombe cha umoja, cioè la coppa dell’unione, che ricorda l’importanza dell’unità e della fratellanza dei popoli africani e infine i doni, o zawadi, che simboleggiano i legami parentali e i valori che vengono tramandati alle nuove generazioni. Il Kwanzaa prevede delle regole per la sua celebrazione ed esige che ci si accosti a questa solennità con assoluta convinzione e partecipazione, in quanto si tratta di un momento radicale nella vita del popolo africano. Ovunque dominano i tre colori, nero, rosso e verde, che identificano rispettivamente gli uomini africani, la lotta e il sacrificio, e la speranza nel futuro.

Per celebrare degnamente il Kwanzaa si cerca un luogo centrale della casa, e si depone la mkeka, la stuoia, sopra alla quale si devono predisporre gli altri sei oggetti simbolo della festa e che richiamano gli altrettanti simboli del Kwanzaa. Il primo oggetto, forse il più rappresentativo, è il portacandele, il kinara, sopra al quale si mettono le sette candele o mishumaa saba, che simboleggiano i sette principi. Al centro del kinara si pone la candela nera, che simboleggia l’unità del popolo africano, o umoja; a sinistra si mettono tre candele rosse, che simboleggiano la kujichagulia, cioè l’autodeterminazione, la ujamaa, cioè la cooperazione economica, e la kuumba, ossia la creatività; a destra si mettono invece tre candele verdi, che simboleggiano a loro volta il lavoro collettivo, o ujima, lo scopo o nia, e la fede, o imani. La prima candela a essere accesa è quella nera, che si fa ardere il primo giorno del Kwanzaa, mentre le altre si accendono nei giorni successivi da sinistra a destra, alternativamente. Questa alternanza sta a significare la speranza che segue alla lotta e al sacrificio. Gli ultimi oggetti a essere depositati sulla stuoia sono il mazao, cioè una parte del raccolto e alcuni chicchi di frumento, il muhindi; per ultima viene quindi posta la coppa dell’unione, o kikombe cha umoja, con cui si brinda ai padri del popolo africano e si rende omaggio a coloro che hanno tracciato il sentiero culturale e spirituale su cui gli uomini africani di ogni parte del mondo poggiano i piedi. Sulla stuoia non mancano frutti freschi e verdura, che celebrano l’importanza per gli uomini di cibarsi dei doni della terra, oltre a libri e oggetti della tradizione africana.

La celebrazione del Kwanzaa si conclude il 1° gennaio, il Capodanno occidentale, giorno dedicato tradizionalmente alla riflessione sui proprio compiti e alla meditazione intorno al proprio percorso spirituale. Il valore del Kwanzaa, come sottolineano le parole di Maulana Karenga, fondatore e ideatore della festa nonchè presidente dell’Associazione Us, che si occupa delle celebrazioni del Kwanzaa, è affidato al messaggio di questa solennità, che propone il pieno senso dell’essere uomo e africano nello stesso tempo, un valore, un obiettivo, che dovrebbero come sempre far riflettere tutti coloro che sono alla ricerca della propria identità.
2006-10-06 08:20:19 UTC
Un avvenimento che sfugge all’attenzione di molti e che difficilmente trova riscontro sui media nazionali è la festa che si svolge tutti gli anni in America, tra gli afroamericani, precisamente a Brooklyn.



La festa, denominata Kwanzaa è per certi versi l’antitesi del "bianco Natale", così come consumisticamente e tradizionalmente viene concepito



Per sette giorni, dal 26 dicembre al 1 gennaio, nelle strade di Brooklyn tutti coloro che si rifiutano di sognare il "White Christmas" riportano i suoni e i colori dell’Africa.



La Kwanzaa è nata circa 30 anni fa, dal movimento dei diritti e civili e del potere nero degli anni sessanta per ispirazione di Maulana Karenza, oggi docente di studi afro-americani alla Università Statale della California a Long Beach.



Tanti sono i principi fondamentali su cui poggia il Black Christmas della Kwanzaa. Tutti (formando un "pastiche" ideologico di panafricanismo, negritudine e comunismo) hanno la funzione di definire una storia alternativa a quella della schiavitù e della discriminazione.



Nelle case e nelle strade si accendono candele con i colori africani (sono sette le candele - 3 rosse, 3 verdi, 1 nera), si scrivono biglietti d’auguri particolari che auspicano un felice raccolto, si fanno regali denominati "zawadi" (piccoli doni simbolici ) che si propongono come espressione di negazione dell’orgia consumistica messa in atto qualche giorno prima



Ed è abolito qualsiasi riferimento alla economia non cooperativa, e, ovviamente, qualsiasi uso di immagini o di testimonial commerciali alla Babbo Natale.
Klark
2006-10-06 08:19:16 UTC
il Kwanzaa è un ricorrenza celebrata all’interno della comunità afro americana durante la settimana che inizia il 26 dicembre e culmina il primo giorno di Gennaio


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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